L’IMU è un’imposta che tutti i proprietari di seconda casa devono versare. Che cosa succede in caso di mancato pagamento?
Le imposte sono definite così proprio perché sono un obbligo per il cittadino. Nel caso dell’Imu il versamento di questa tasta è “imposto” a tutti coloro che sono proprietari di una seconda casa o di una prima casa di lusso.
Di conseguenza, il mancato versamento di un’imposta rappresenta una violazione delle leggi. Questa condizione porta ad una serie di effetti negativi per il cittadino che possono arrivare anche al pignoramento dei conti correnti.
Di fatto, si tratta di un reato di evasione, che è punito in maniera piuttosto severa. Quest’anno il mancato versamento dell’Imu prevede anche una novità.
Mancato pagamento dell’IMU: sai cosa rischi?
Per le Amministrazioni comunali l’IMU è una delle entrate più importanti. Anche quest’anno la scadenza è prevista per il 16 dicembre: è l’ultima data, che hanno a disposizione i cittadini, per effettuare il versamento senza incorrere in sanzioni e interessi in mora.
La legge di bilancio 2020 ha riformato il sistema della riscossione delle tasse. Perciò a partire dal 1 gennaio 2024 anche le Amministrazioni comunali avranno la possibilità di effettuare degli accertamenti esecutivi. Ciò vuol dire che i Comuni, in caso di mancato versamento di una somma di denaro, hanno la possibilità di dare il via ad un’attività di recupero coattivo. Questa possibilità espone i contribuenti al rischio di pignoramento del conto corrente.
Di fatto, la riforma del sistema della riscossione delle tasse prevede che i Comuni possano accedere al cosiddetto anagrafe tributario. Si tratta di un grosso archivio, in cui sono contenute tutte le informazioni relative ai redditi di ciascun contribuente. Per questo motivo anche le Amministrazioni comunali possono procedere con l’attività di recupero coattivo delle somme di denaro non versate, tra cui l’IMU.
Pertanto in caso di mancato versamento dell’imposta Municipale Unica, il contribuente riceverà una notifica dell’atto finalizzato alla riscossione delle entrate patrimoniali, entro 120 giorni.
Dalla notifica dell’atto il contribuente avrà a disposizione 60 giorni di tempo per presentare il ricorso. Trascorso il suddetto lasso di tempo gli atti saranno emessi dal Comune e acquisteranno efficacia esecutiva. In questo modo, si bypassa la notifica della cartella di pagamento.
Trascorsi 30 giorni da quando la notifica avrà acquisito efficace esecutiva, è possibile procedere con la riscossione forzata, senza dover mettere una nuova cartella. In questo modo il sistema è diventato molto più snello e i contribuenti inadempienti rischiano di vedersi sottrarre in maniera forzosa somme di denaro o altri beni.