Il 2023 sta presentando il momento giusto per diversificare le giacenze e destinare una parte ad uno strumento particolare come il conto deposito.
All’inizio del 2023, sul terreno della crisi energetica ed economica, è sembrato scorgere la linea d’orizzonte di una lenta ripresa. Chiarendo i termini, ad oggi si può sottolineare l’effetto “elastico” sull’occupazione che oramai offre in pianta stabile la flessibilità del mercato del lavoro e la contrattualistica a tempo determinato. Sul fronte dei consumi, invece, così dove è iniziata la crisi, ossia dal gas, così da lì ha cominciato rallentare con gradualità.
Il segnale nell’ambito energetico è stato lanciato dalla stabilizzazione delle tariffe sui mercati internazionali, generando altresì misure precauzionali in relazione a possibili effetti domino sull’elettricità. Stabilizzate dunque le bollette, si è fermata anche la crescita dei prezzi, ma ben pochi sono stati i piani di assestamento. Il reale focus, ancora alle porte del 2024, resta l’inflazione.
Il tentativo di tutelare i consumatori da parte delle famiglie più svantaggiate è tutt’oggi in atto, ma non si sono registrate ulteriori divaricamenti negativi. Inoltre, lo sfondamento a due cifre delle percentuali di inflazione è ufficialmente rientrato. Come spesso accade, non sono rientrati diversi prezzi al consumo, mantenuti in rialzo per effetto di altre voci di spesa in aumento a carico della produzione e della lavorazione.
In fondo, però, l’effetto che una crisi economica infonde può presentare risvolti paradossalmente positivi: i tassi di interesse, che nel caso europeo hanno subito un vistoso aumento da parte della Banca Centrale, sul piano del costo del denaro e dei mutui, hanno dato altresì una boccata d’ossigeno a pieni polmoni sui tassi di rendimento.
Ecco dunque i punti in comune: infatti, i risparmiatori hanno potuto constatare il pullulare di prodotti finanziari in grado di generare rendite interessantissime a breve termine, in cambio della movimentazione di nuova liquidità da parte dei clienti.
Se l’ascesa dei consumi e degli acquisti online ha fortificato la posizione utilitaristica del conto corrente (più che altro per dare l’occasione agli istituti di credito di aumentare le spese di gestione), i tassi di interesse in netta crescita negli ultimi 10 mesi hanno gettato nuova luce e interesse sui conti deposito. Notoriamente a rischio quasi zero, questi ultimi sono a prova di refrattarietà anche in un periodo di incertezza come l’attuale.
Sulla scadenza a 12 mesi, il conto deposito ha fatto registrare un interesse dal 3,3% al 5% per il solo periodo da gennaio a ottobre 2023; impressionante il passaggio sulla scadenza a 60 mesi: da 4 al 5,75%. È bene ricordarlo, queste “concessioni” sono dovute alla minore operatività sui conti deposito nei confronti degli utenti, tenendo contenuti i costi di gestione; lievitano, al contrario, in regime di maggiore libertà operativa. Per questa ragione, il conto deposito è più adatto per l’accumulo di risparmi che per operazioni quotidiane.
La linea non svincolabile di Banca Illimity, ad esempio, col conto corrente Premium (cadenze da 3 a 6 anni) fa crescere il tasso fino al 6%. Altri conti deposito particolarmente vantaggiosi sono: il conto XRisparmio di Banca Aidexa, con tassi tra 3,5, 4 e 4,75% lordo; il conto di Smart Bank, col 9% lordo annuo con scadenza triennale e 10,5% con scadenza a 4 anni; fino al 4% per il conto di Ibl Banca; fino al 4% per importi fino a 100mila euro, sul conto ING.
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