Quali sono le fasi dell’amore ce lo spiega la psicologia. Sono cinque e sempre la psicologia spiega perché molti non superano la terza.
Perché molte coppie che sembrano così felici all’inizio della loro relazione, poi si lasciano? Quando l’amore finisce, nessuno di noi sa spiegare bene il perché. Ebbene, molti ignorano che l’amore vero è costituito da 5 fasi. E molte coppie si fermano alla terza, senza evolversi ulteriormente. Prima di tutto bisogna capire che la coppia non è statica ma va incontro a cambiamenti. Nel corso della vita le nostre esperienze che facciamo ci cambiano, e visto che siamo in continua evoluzione, anche la nostra coppia lo è.
Inoltre ci sono persone che amano complicarsi la vita, che non amano la stabilità e, quando vedono che la coppia si consolida, semplicemente si annoiano e iniziano a guardarsi intorno. Questo accade per diversi motivi ma il principale è la mancata acquisizione del concetto di stabilità. Infatti tutto ciò che si sa sull’amore e sulle emozioni si apprende da bambini. È durante quella fase che si impara a leggere le emozioni. Chi non è stato così fortunato e ha vissuto un’infanzia emotivamente tumultuosa, inevitabilmente tenderà ad annoiarsi quando le cose sono calme e stabili. Ma andiamo a vedere nello specifico quali sono quindi le cinque fasi dell’amore e come fare a superare la terza.
Quali sono le cinque fasi dell’amore
La prima fase, lo sappiamo tutti, consiste nell’innamoramento. Innamorarsi è un po’ come una droga. In questa fase ci sono un po’ di molecole che il nostro corpo produce: ossitocina, estrogeni, serotonina, testosterone, dopamina. L’innamoramento è caratterizzato dal desiderio, dall’attrazione e da una strana sensazione di benessere. In realtà siamo sotto l’effetto degli “ormoni dell’amore” ma non ne siamo consapevoli e imputiamo il nostro benessere all’altro.
Questa fase poi è seguita dalla seconda: diventare una coppia. Qui la coppia si unisce: le sensazioni predominanti sono di protezione, unione e gioia. Impariamo a capire ciò che piace all’altra persona, espandiamo le nostre vite individuali per accogliere l’altro. La vita da “single” lascia spazio alla vita di coppia, insomma, iniziamo a vivere “il noi” in tutte le sue sfaccettature. I sentimenti dell’innamoramento lasciano spazio, via via, all’amore. Questa fase è caratterizzata da sicurezza, amore, apprezzamento, accudimento, protezione. E molti spesso pensano che questo sia l’apice dell’amore ma non è così.
Arriviamo alla terza fase: la disillusione. In questa fase le piccole cose dell’altro possono iniziare a darci fastidio. Ci sentiamo meno amati e diventiamo desiderosi di attenzioni che sembrano non arrivare. Se la disillusione non viene elaborata il partner può sentirsi ferito, arrabbiato o irritato dall’altro. Possono aumentare le distanze e anche se le due persone continuano a esistere insieme, non si sentono unite. Questo avviene perché l’innamoramento non si è evoluto in modo armonioso. L’amore vero sta nell’accettare l’altro, nell’imparare a vedere il partner per ciò che è realmente. Per far fronte alla disillusione ci vogliono: comprensione reciproca, accettazione vicendevole, rispetto e apprezzamento dell’altro. Entrambi i partner devono sentirsi apprezzati e rispettati.
Se si supera la terza fase si va poi nella quarta si crea l’amore vero e duraturo. Solo dopo aver superato il terzo stadio si può parlare di stabilità di coppia. Se la terza fase è caratterizzata da conflitti e dolori, durante la quarta fase, si riscopre la complicità, l’intimità e la protezione. Questo è possibile solo quando le due persone che compongono la coppia non si aspettano che sia l’altro a dover guarire le proprie ferite interiori. Non c’è niente di più bello e soddisfacente di essere con un partner che ti vede e ti ama per ciò che sei e non per quello che proietta o si aspetta. Insomma, se la visione che abbiamo del partner durante l’innamoramento, è fortemente condizionata dagli ormoni, nella quarta fase non sarà più così. La complicità e l’intimità ritornano perché a monte c’è una forte comprensione e accettazione, di sé e dell’altro.
E infine si arriva alla quinta fase, quella in cui si cambia assieme. Come abbiamo detto, siamo in continua evoluzione e anche la coppia lo è. I due devono crescere sia individualmente che come coppia. L’evoluzione del singolo dovrà verificarsi in armonia con quella della coppia. In termini pratici, ciò significa che bisogna essere disposti a compromessi. Il cambiamento del singolo influenzerà l’intero sistema di coppia e per questo che la fase 4 e la fase 5 devono camminare di pari passo. L’accettazione, il rispetto e l’apprezzamento dell’altro, con la fase quattro, diventano elementi cardine della coppia e la guidano. Purtroppo, molte coppie si stazionano alla fase tre e portano avanti relazioni del tutto insoddisfacenti, senza neanche avere la lucidità di capire che quella storia è stata scelta da sé e non è stata imposta da nessuno.
In conclusione, bisognerebbe pensare al proprio rapporto come a una pianta da appartamento. Se ci dimentichiamo di lei e la trascuriamo la pianta muore lentamente. Una relazione funziona allo stesso modo. Se all’inizio tutto andava bene, ci sembrava d’aver trovato la persona giusta e ci dimentichiamo d’investire sul rapporto, la relazione lentamente morirà. Ecco perché bisogna impegnarsi soprattutto nella fase 3 ed in quelle a seguire, che sono fasi in cui la relazione può diventare duratura.