Cos’è il cosiddetto “incremento al milione”? A chi spetta e com’è possibile calcolarlo? Ecco i dettagli dell’assegno INPS di maggiorazione.
L’incremento al milione è una misura previdenziale introdotta il primo Gennaio 2002 a seguito della promulgazione della legge 448 del 2001. All’articolo 38 della legge, la misura è stata definita come una maggiorazione sociale da riconoscere alle cittadine e ai cittadini italiani titolari di trattamenti previdenziali erogati dall’AGO, ovvero dall’Assicurazione Generale Obbligatoria del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.
Inoltre, possono beneficiarne anche i titolari di fondi sostitutivi all’AGO e i beneficiari di prestazioni assistenziali, tra cui le persone affette da sordo-mutismo, da cecità, afflitte da invalidità civile totale e titolari di Assegno oppure di Pensione Sociale. La denominazione di “Incremento al milione” della misura è stata adottata in riferimento alla valuta della Lira italiana: gli ultra settantenni, infatti, con assegni di importi inferiori al milione di Lire potevano ottenere la maggiorazione.
Per cittadini affetti da cecità assoluta, sordo-mutismo ed invalidità civile totale, invece, l’età minima per l’incremento al milione era di 60 anni. A partire però dal 2020, come confermato dalla sentenza numero 152 della Corte Costituzionale, gli effetti della maggiorazione sono stati dichiarati ammissibili a partire dal compimento del diciottesimo anno di età, per le stesse categorie di persone, in modo da integrare ove necessario l’assegno fino all’importo aggiornato all’anno corrente pari a 700,18 Euro al mese.
Come calcolare l’incremento al milione in base alle normative vigenti
I requisiti anagrafici e sanitari, tuttavia, non sono gli unici requisiti da soddisfare per ottenere la maggiorazione. A questi, infatti, occorre aggiungere la situazione reddituale dei richiedenti. All’anno in corso 2023, ad esempio, un cittadino che soddisfi i requisiti anagrafici e/o sanitari per l’ottenimento può avanzare la domanda di incremento se ha un reddito non superiore ai 9.102,34 Euro all’anno o, se coniugato, un reddito complessivo non oltre i 15.644,85 Euro annui.
In quanto al requisito anagrafico, invece, questo può essere ridotto in base alla contribuzione versata dal richiedente, a partire da un minimo di 1 anno – ovvero cominciando a percepirlo a partire dai 69 anni di età compiuta – se i contributi sono stati versati per almeno 2 anni e 6 mesi; fino ad un massimo di 5 anni – ovvero cominciando a percepirlo dai 65 anni di età – se i contributi sono stati versati per almeno 17 anni e 6 mesi.
I redditi considerati per il calcolo dell’incremento al milione sono quelli assoggettabili all’IRPEF, quelli a tassazione separata (come il TFR), i redditi tassati alla fonte e quelli esenti da tassazione ordinaria (tra cui anche la pensione di invalidità). I redditi esclusi dal calcolo, invece, sono quelli relativi alla casa di abitazione, ai trattamenti di famiglia, a tassazione separata e le pensioni di guerra. Per maggiori informazioni ed approfondimenti, è consigliabile rivolgersi all’INPS attraverso il sito web istituzionale oppure recandosi personalmente presso uno sportello del territorio.