Dopo migliaia di anni passati in uno stadio di congelamento è tornato in vita, si tratta di una scoperta sensazionale per l’umanità.
Nessuno potrebbe immaginare che un processo di scongelamento vero e proprio abbia funzionato per un essere vivente, invece è quanto accaduto dopo 46 mila anni nel ghiaccio siberiano con un risvolto inaspettato.
Il principio di quanto avvenuto è veramente straordinario poichè, come sottolineato dagli studiosi, rende possibile pensare che questo potrebbe essere replicabile a qualunque altra forma di vita umana in un prossimo futuro.
Gli organismi che si sono “risvegliati” sono nematodi, si tratta di vermi minuscoli che hanno delle caratteristiche molto particolari. La loro dimensione è veramente ridotta, sono piccoli millimetri, ma sono organismi viventi molto diversificati.
Verrebbe da pensare che a nessuno interessa che una coppia di vermi si sia “risvegliata” dopo 46 mila anni eppure quanto accaduto pone delle basi scientifiche straordinarie. Un cambiamento epocale e senza precedenti che potrebbe dare nuovo influsso anche alla vita umana.
I vermi in questione sono organismi che vivono ovunque, quindi nelle piante, negli animali e anche negli esseri umani. Questo vuol dire che hanno la capacità di adattarsi molto bene allo spazio circostante e sono assai mutevoli. Hanno un sistema nervoso semplice, un tubo digerente vero e proprio ma ci sono specie differenti e quindi caratteristiche che possono cambiare tra una tipologia e l’altra. Sono sempre in grado di viere in condizioni anche molto difficili e avverse, ad esempio siccità o temperature estreme, ma in questo caso si tratta di un congelamento vero e proprio ed è una cosa molto diversa.
Anastasia Shatilovich è la scienziata che li ha riportati in vita. I due vermi, entrambi di genere femminile, erano intrappolati in una tana dell’Artico a quaranta metri di profondità, in un rifugio creato da topi. La ricercatrice ha solo scongelato i vermi che, una volta eliminato il ghiaccio, hanno ripreso a muoversi come se nulla fosse accaduto. Si tratta di 46 mila anni, un tempo veramente lunghissimo.
È possibile che durante il congelamento siano andati in uno stato di criptobiosi ovvero una sorta di condizione dormiente, come se avessero dormito fino allo scongelamento. Il metabolismo rallenta e il corpo può sopravvivere anche senza mangiare. Secondo gli studiosi, l’aspetto più incredibile di quanto accaduto è proprio nella sopravvivenza e nel periodo lungo intercorso. Vuol dire che altri e numerosi esseri viventi potrebbero avere le stesse sorti.
“Il messaggio più importante o la sintesi di questa scoperta è che, in linea di principio, è possibile fermare la vita per un tempo più o meno indefinito e poi riavviarla” ha spiegato il professore a capo del lavoro.
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