Si parla tanto di affitti brevi ma pochi sanno con esattezza cosa prevede un contratto. Vediamo cosa dice la normativa.
Gli affitti brevi sono un fenomeno in crescita ma pochi sanno cosa prevede un contratto di affitto di questo tipo. Attenzione perché commettere errori può costare caro, sia per chi stipula come contraente che per chi invece va a locare l’immobile.
Gli affitti brevi sono un fenomeno che da qualche anno ha preso progressivamente piede in Italia. Sono molto vantaggiosi sia per il locatore sia per la persona che affitta una casa. Al locatore assicurano introiti solitamente più alti rispetto agli affitti di lunga durata; all’affittuario consentono maggiore autonomia e maggiore flessibilità in caso di trasferte di lavoro o di brevi trasferimenti. Quando si stipula un contratto di affitto breve, però, bisogna fare attenzione a tanti aspetti altrimenti si rischiano multe molto pesanti.
Gli affitti brevi hanno preso sempre più piede in Italia in quando sono vantaggiosi economicamente e consentono una maggiore flessibilità. Vediamo cosa prevede la normativa sui contratti degli affitti brevi e la differenza tra affitti brevi e affitti turistici.
Si chiama affitto breve un contratto di locazione che ha una durata massima di 30 giorni. Non c’è l’obbligo di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate ma il locatario ha l’obbligo di fornire alle questure locali i dati degli inquilini a cui ha affittato l’appartamento. Se non lo farà potrà essere sanzionato con una multa fino a 2000 euro. Anche sui contratti brevi si paga un’aliquota Irpef del 23% ma solo sul 90% del reddito. A meno che non si opti per la cedolare secca: in questo caso l’aliquota sarà del 21% ma sul 100% del reddito.
Questione ben diversa se l’affitto breve ha scopo turistico. Affitti brevi e affitti brevi turistici sono due cose diverse. Anche in questo caso non vi è obbligo di registrazione presso l’agenzia delle entrate ma vi sono altri obblighi recentemente fissati dal Ministero del Turismo. Il locatario che affitta la sua casa o le sue case ai turisti deve obbligatoriamente dotarsi di un CIN: un Codice Identificativo Nazionale. Dovrà farne richiesta per via telematica al Ministero del Turismo.
Il CIN dovrà essere inserito negli annunci online ed esposto fuori dalla struttura che si intende affittare. Chi non avrà il CIN sarà passibile di multe fino a 8000 euro mentre la sanzione per chi lo ha ma non lo espone può arrivare fino a 5000 euro. Sanzioni fino a 6000 euro per i locatari che non rispettano le norme di sicurezza e non provvedono a dotare le case che affittano ai turisti di idranti portatili e di misuratori per i gas combustibili e il monossido di carbonio. Chi affitta ai turisti più di 4 appartamenti deve presentare la SCIA che attesti l’inizio di una nuova attività. Se non lo farà potrà ricevere una sanzione fino a 20.000 euro.
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