Divorzio veloce, ecco la nuova predisposizione normativa determinata dalla Riforma Cartabia: la domanda congiunta è la svolta.
Divorziare è sempre stato un tasto dolente, non tanto per la separazione, a volte è l’unica soluzione per stare bene e ritrovare la serenità. Piuttosto stiamo facendo riferimento al fatto che riuscire ad avere un divorzio veloce è sempre stata una possibilità irraggiungibile, perché contraddistinta da non pochi problemi burocratici. Ad oggi entra in gioco la Riforma Cartabia che sembrerebbe modificare alcune condizioni, ad iniziare dalla domanda congiunta da parte dei coniugi.
Perché si desidera un divorzio veloce? La risposta non segue al detto “via il cerotto, via il dolore”, ma quanto piuttosto si fa riferimento ad un ristabilire una condizione di equilibrio il primo possibile. Prima si procede ad avere tutte le carte al loro posto, burocraticamente parlando, meno sono i pensieri da volgere ad una situazione passata e conclusa. In sostanza, si trova prima la serenità. Allora, cosa ha cambiato la Riforma Cartabia?
Si tratta di un provvedimento che mira a porre in essere una condizione di equilibrio, cercando una stabilità concreta tanto sul fronte economico che sociale. A pronunciarsi ufficialmente è la Suprema Corte con il verdetto 28727.
Divorzio veloce, cos’è e come gestirlo: guida pratica
Cosa dice la Suprema Corte con il verdetto 28727? Il territorio nazionale si apre ad una nuova gestione del divorzio veloce. In questo modo, la situazione dovrebbe volgere al meglio per le parti in causa, oppure ci sono sempre delle disparità consistenti? Analizziamo la Riforma Cartabia e la possibilità della domanda congiunta da parte dei coniugi. Innovatività, digitale e celerità, con tanto di efficacia, sono questi gli obiettivi da conquistare, anche in tema di separazione.
Con la Riforma Cartabia facciamo riferimento a quel provvedimento che ha l’obiettivo di rendere più celeri i tempi che si concretizzano in materia di processi civili. Si interviene su certi aspetti dell’iter processuale quindi, e al contempo si cerca di digitalizzare il più possibile le procedure in atto, proprio in favore della modernizzazione del sistema. Il nome è preso dall’ex Ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia.
In tema di separazione ha appunto l’obiettivo di rendere il più equilibrate possibile, per entrambe le parti protagoniste, le condizioni del divorzio. Si tratta di uno scioglimento più “stabile” che dovrebbe far venire meno possibili condizioni di precarietà future. Quindi, non si tratta solo di una separazione più veloce, ma di un allontanamento con maggiori garanzie di riuscita nel futuro. In sostanza, gli ex dovrebbero tornare con meno frequenza a far valere i loro diritti, soprattutto economici sulla controparte.
Alcuni Tribunali affermavano inammissibile la domanda congiunta da parte dei coniugi, ma la Suprema Corte con il verdetto 28272 ha esteso a tutto il territorio nazionale il provvedimento. Così cita:
<<Nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio>>.
La domanda congiunta è semplicemente la richiesta da parte dei coniugi separati di procedere e finalizzare per volontà di ambe le parti lo scioglimento del matrimonio civile o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio.