Fabio Fazio è costretto a lasciare la RAI, ma chi pagherà per i soldi che la televisione italiana sta perdendo?
All’interno del settimanale ‘Nuovo’, edito da Cairo Editore, è presente una rubrica in cui viene scelto un commento riguardante una notizia, più o meno rilevante, da parte di uno dei lettori del giornale. Come di consuetudine, il parere stampato sulle pagine del giornale viene corredato una risposta da parte di un importante giornalista italiano, nonché esperto di comunicazione e media.
In particolare, la notizia e il commento riportati sul settimanale riguardano il conduttore Fabio Fazio e il suo “Che tempo che fa”. Fino alla fine del mese di maggio 2023, il programma è stato trasmesso dalla RAI, mentre con l’inizio della nuova edizione, a partire dal 15 ottobre 2023, la trasmissione è trasmessa sul canale privato Nove. Fazio è sempre stato un giornalista e conduttore televisivo che sa fare il proprio mestiere, ospitando e intervistando personaggi famosi italiani e internazionali.
A questo proposito, un lettore ha commentato l’andamento degli ascolti della nuova stagione del programma. Secondo i dati Auditel – società di Milano che raccoglie e pubblica i dati sull’ascolto televisivo italiano – Fazio e il suo programma hanno nuovamente fatto un sacco di ascolti. Questo dimostra, dunque, che la RAI non ha perso solamente un importante professionista della comunicazione e dell’informazione, ma anche molti soldi.
Fabio Fazio si sposta sul Nove la RAI paga
Chi pagherà per i milioni di euro che la RAI ha perso e sta perdendo, dal momento che non è riuscita a trattenere Fabio Fazio all’interno dei palinsesti della televisione di Stato? Probabilmente il Governo italiano oppure la nuova dirigenza della RAI, sostiene il lettore del giornale. A seguito del commento del lettore, viene proposta la consueta risposta del giornalista italiano Alessandro Cecchi Paone, il quale gestisce la rubrica all’interno del periodico ‘Nuovo’.
La prima questione che Alessandro Cecchi Paone riporta nella propria risposta è quella che, solitamente, molte delle imprese guidate direttamente o indirettamente dalla politica, come ad esempio la RAI, non prestano attenzione quasi mai alla qualità del prodotto o ai risultati oggettivi. Quello che può importare, in modo vero o presunto, è l’utilità elettorale che i programmi e i telegiornali possono avere.
Dunque, conclude Cecchi Paone, è proprio per questo motivo che, dopo il cambio del colore politico di Governo e di dirigenza, nessuno ha voluto o ha potuto trattenere Fabio Fazio o gli altri giornalisti e conduttori che hanno trovato fortuna in altri canali. Purtroppo, difficilmente questo attaccamento e questa fedeltà ai partiti politici riesce a generare giornalisti, artisti e dirigenti di valore autonomo.